mercoledì 25 novembre 2015

Serie "Bootleg" n. 198 - Biglietto per l'Inferno live in Torino, Prog To Rock Festival, 13.09.2015


TRACKLIST:

01. Vivi Lotta Pensa 
02. Narciso e Boccadoro 
03. La canzone del padre 
04. Il nevare 
05. L'amico suicida 
06. Ansia 
07. Confessione 
08. Tra l'assurdo e la ragione 
09. Una strana regina 


FORMAZIONE

Giuseppe “Pilly” Cossa: diatonic accordion, accordion, keyboards and vocals 
Mauro Gnecchi: drums and percussion 
Enrico Fagnoni: double bass and electric bass 
Pier Panzeri: electric guitar 
Renata Tomasella: fife, flute, ocarina and vocals 
Ranieri “Ragno” Fumagalli: bagpipes, flutes and ocarinas 
Carlo Redi: violin, acoustic guitar and mandolin 
Mariolina Sala: lead vocals


La serie "bootleg" si sta inesorabilmente avvicinando a quota 200. Ancora due boot e potremo festeggiare insieme questo ambito traguardo. Portiamoci avanti con i lavori. Ospiti di indiscusso prestigio al Prog to Rock Festival di Torino (11-12-13 settembre 2015) sono stati i musicisti del glorioso e storico Biglietto per l'Inferno, gruppo dalle potenti sonorità che ha fatto vibrare non poco le casse dei nostri stereo nella prima metà degli anni '70. Della formazione originale sono rimasti in due, Giuseppe Cossa e Mauro Gnecchi, circondati però da uno stuolo di ottimi musicisti. Notevole è la voce di Mariolina Sala, col delicato compito di sostituire Fra Claudio Canali (come sapete prese i voti nel 1994). Forse vale la pena ricordare che dopo l'eccezionale omonimo album d'esordio del 1974 il gruppo incise un secondo LP, nel 1975, che vide però la luce solo nel 1992, grazie al recupero da parte della Mellow. L'album in questione era "Il tempo della semina". Vale anche la pena ricordare lo splendido "Live 1974" pubblicato in un cofanetta nel 2004 e come disco singolo l'anno successivo. Tutti questi album sono già stati postati da tempo sulla Stratosfera. 


Da Wikipedia: nel 2007 tre componenti del gruppo originario Pilly, Mauro Gnecchi e Baffo Banfi, con la benedizione di Fra Claudio (Canali) diedero vita ad una nuova fase del "Biglietto" con il nuovo nome "Biglietto per l'Inferno.Folk", che sfociò nella pubblicazione di un nuovo CD, "Tra l'assurdo e la ragione", pubblicato dalla AMS/BTF nel 2009. Il disco proponeva nuovi arrangiamenti di brani presenti sui primi due album e un inedito.  Il nuovo progetto presentò però una rilettura del repertorio storico del Biglietto in chiave folk, utilizzando strumenti della tradizione accanto alle sonorità rock. Fausto Branchini decise di non partecipare al progetto per continuare il suo percorso di solista. Anche Marco Mainetti non condivise il progetto della reunion. Baffo Banfi decise di non partecipare alle esibizioni live mantenendo il ruolo di produttore e segretario del Biglietto per l'Inferno.Folk. Ai musicisti originari si affiancò il gruppo che è lo stesso del concerto qui postato. L'ultimo lavoro realizzato dal Biglietto per l'Inferno (che ha recuperato nel frattempo la denominazione originale), risale a qualche mese fa e si intitola "Vivi. Lotta. Pensa". Ed è in gran parte l'oggetto del concerto di Torino del 13 settembre 2015, che si è tenuto alla Spazio 211. la registrazione proviene dal sito Dimeadozen.org che, naturalmente, ringraziamo. 


I primi tre brani sono tratti proprio dal recente disco del 2015. Il nevare proviene da "Tra l'assurdo e la ragione", anche se la versione originale era sul disco di esordio del 1974, alla stregua de L'amico suicida, Ansia e Confessione. Il concerto, della durata di quasi 80 minuti, si chiude con Tra l'assurdo e la ragione e una grande versione di Una strana regina, quest'ultima tratta ancora dal primo disco.
Gran bel concerto, grande prova live che lascia ben sperare per il futuro del nuovo Biglietto. 
Un'ottima recensione del concerto, curata da Adolfo Pacchioni, la potete trovare sul sito Hamelin Prog cliccando qui.



Post by George

1 commento:

  1. bellissimo documetno, sarebbe bello anche sentire i new trip, che suonarono sempre a quell'evento eseguendo pezzi come fantasia una pietra colorata che neanche i trip di joe vescovi facevano più

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